OGGETTO: Dottorato di Ricerca e livelli formativi superiori
Adunanza del 22 e 23 Novembre 2000
IL CONSIGLIO NAZIONALE STUDENTI UNIVERSITARI ALL’UNANIMITA’
Su proposta del consigliere Rizzo, rappresentante
dei dottorandi di ricerca in seno al Consiglio stesso;
RIVOLGE AL SIG. MINISTRO LA SEGUENTE MOZIONE:
Nei giorni scorsi, diverse dichiarazioni
lette sui giornali ipotizzavano la nascita di un IV° livello di formazione
universitaria (cosiddetto "superdottorato"). Tali dichiarazioni
traevano spunto dall'art. 1, obiettivo b) dello schema del decreto ministeriale
relativo agli obiettivi della programmazione del sistema universitario
per il 2001-2003 e alla finalizzazione delle risorse finanziarie relative.
A tal proposito, il CNSU ritiene che l’attuale
formazione post-laurea di terzo livello (dottorato di ricerca) sia già
sufficiente per formare adeguatamente i ricercatori nel nostro Paese,
così come avviene in tutti i Paesi economicamente e scientificamente
avanzati, dove esiste un solo livello di dottorato.
Attualmente in Italia un "giovane" ricercatore
segue un iter formativo impegnativo: 5 anni per la laurea (o 3+2 in futuro,
I e II livello), non di rado segue corsi di perfezionamento e/o master;
dopo 1 anno (nei casi fortunati) vince un concorso di dottorato di durata
di tre o quattro anni alla fine dei quali lo aspettano un numero imprecisato
di anni di post-dottorato o assegni di ricerca dopo di che, se tutto va
bene può aspirare ad un posto da ricercatore (sia in Università
che fuori).
Il CNSU di fronte all’ipotesi (ventilata
da più parti) della creazione di un ulteriore livello formativo
superiore esprime grosse perplessità dovute al fatto che tale aggiunta
comporterebbe l’immissione dei "giovani" ricercatori sul mercato del lavoro
europeo e internazionale a 40 anni, con una forte perdita in termini di
competitività con gli altri paesi europei.
Il CNSU inoltre coglie l’occasione per chiedere
al Sig. Ministro un forte impegno per un miglioramento dell’attuale percorso
formativo di terzo livello (dottorato di ricerca) in tutte le università
italiane utilizzando opportuni strumenti di verifica e di controllo finalizzati
all’incentivazione della qualità.
Il miglioramento della formazione universitaria
a questo livello, a cui attualmente i docenti universitari sono chiamati,
volontariamente e gratuitamente, in sovraccarico alla didattica obbligatoria,
darebbe maggiori prospettive professionali ai giovani ricercatori italiani
invertendo così la ben nota "emorragia di cervelli" verso
paesi stranieri più attenti al valore strategico della ricerca
e delle risorse umane.
|