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LEGGE FINANZIARIA 2002 CONCERNENTE L’UNIVERSITÀ E LA RICERCA


CONSIGLIO NAZIONALE STUDENTI UNIVERSITARI

Prot. n. 133

Spedito il 24 ottobre 2001

   

Mozione

Al Ministro

S E D E

 

OGGETTO: Legge finanziaria 2002 concernente l’Università e la ricerca.

Adunanza del 16 ottobre 2001

IL CONSIGLIO NAZIONALE STUDENTI UNIVERSITARI

Sentiti i Relatori;

APPROVA IL SEGUENTE DOCUMENTO

Il CNSU intende esprimere le proprie perplessità in merito alla legge finanziaria del 2002 per quanto concerne l’Università e la Ricerca.

Il 2002 per l’Università rappresenta l’anno del cambiamento, atteso e indispensabile, per svincolare il sistema universitario da uno stallo decennale.

Perno della riforma è l’autonomia didattica, ma ciò che deve cambiare, insieme ad un nuovo modo di intendere e organizzare la didattica, è anche il sistema complessivo, fatto di una carenza generalizzata di strutture, laboratori, aule (infrastrutture ancora più indispensabili per la riforma in atto) e di un rapporto docente studenti tra ipiù bassi in Europa (è impensabile rinnovare il modo di fare didattica se non aumenta notevolmente il numero dei docenti e non si provvede ad una verifica reale dei loro obblighi anche attraverso la riforma dello stato giuridico).

I primi dati non ufficiali evidenziano un aumento sul territorio nazionale delle immatricolazioni, che in considerazione anche della curva demografica discendente, dimostra come il nuovo sistema di istruzione superiore abbia avuto un riscontro favorevole tra i giovani e meno giovani.

In questo senso, i dati presenti in finanziaria non sono ancora corrispondenti alle esigenze del cambiamento.

Preoccupante è la possibilità che la riduzione degli investimenti statali, tra l’altro, potrà comportare un inevitabile aumento delle tasse, quadruplicato dal ’94 ad oggi, aggiungendo ulteriori disagi agli studenti ed alle loro famiglie.

Le voci su cui il Consiglio vuole porre la propria attenzione sono:

  1. Il fondo di finanziamento ordinario degli atenei
  2. I fondi destinati al diritto allo studio
  3. I fondi destinati all’edilizia Universitaria
  4. I fondi destinati alla ricerca.

Il fondo di finanziamento ordinario aumenta rispetto all’anno precedente di soli 176 miliardi (pari all’1,4%), aumento superiore alle previsioni fatte per il 2002 nella precedente finanziaria, ma in previsione per gli anni successivi diminuirà sensibilmente fino al 2004 quando il fondo previsto sarà inferiore a quello stanziato nel 2001.

Detti stanziamenti, probabilmente, non saranno sufficienti neanche per pagare gli aumenti di stipendio dovuti per legge o per contratto nazionale al personale docente e tecnico-amministrativo.

IL CNSU, pur ritenendo positivo il rapporto anche economico tra le Università, territorio e soggetti privati nello sviluppo e nella crescita del sistema formativo, ritiene che lo Stato debba investire maggiormente nel ruolo e nella funzione pubblica del sistema universitario; al contrario, un’eccessiva e sempre maggiore dipendenza dai privati, potrebbe ledere la libertà di docenza e di ricerca.

Il fondo desinato al diritto allo studio rimane invariato rispetto al 2001, ovvero 250 miliardi.

I dati al 2001 indicano che il 22% degli studenti aventi diritto ai benefici del diritto allo studio ancora non ottiene una borsa per mancanza di fondi.

Negli ultimi cinque anni il fondo è passato progressivamente da 0 lire ai 250 miliardi del 2001 riconfermati per il 2002. Di fatto non si è dato seguito al precedente andamento che ha portato ad una copertura del 78% tra aventi diritto e fruitori effettivi. La situazione si aggrava ancor di più se si pensa anche che il nuovo DPCM, varato il 4 ap rile 2001, aumenta sia il numero dei possibili fruitori dei servizi (oltre agli studenti delle lauree e lauree specialistiche, anche ai dottorandi, agli specializzandi ed agli studenti che partecipano ai programmi di scambio internazionale), sia l’importo nominale delle borse di studio.

Dunque non si arriverà sicuramente alla copertura totale degli idonei; anzi, il rischio di indietreggiare enormemente rispetto ai programmi fatti fino ad oggi è concreto. Il CNSU ritiene indispensabile un aumento dei fondi per passare ad almeno 350 miliardi per il 2002, al fine di rispettare il principio sancito dalla costituzione di agevolare gli studenti meritevoli, seppur privi di mezzi, durante il corso di studi.

Anche il finanziamento per l’edilizia Universitaria diminuisce considerevolmente e si dimezza nel prossimo triennio.

Ciò potrebbe causare gravi problemi a quelle Università che avevano contato su tali fondi per far fronte alla situazione spesso drammatica in cui versano gli atenei dal punto di vista strutturale ed edilizio.

Il CNSU nota invece con favore come la legge finanziaria preveda il finanziamento della legge n. 338 del 2000 in materia di residenze universitarie.

Va inoltre considerato che questa finanziaria blocca le assunzioni per il personale tecnico amministrativo, ledendo il principio di autonomia gestionale degli Atenei.

Per quanto riguarda la questione della ricerca preoccupa notevolmente la carenza di fondi destinati a tale scopo.

Lo stanziamento dello stato per la ricerca è totalmente inadeguato soprattutto tenendo conto del forte ritardo rispetto agli altri paesi europei (la percentuale del PIL dedicata alla ricerca nel nostro paese è pari alla metà della media Europea).

Complessivamente, dalla letteratura latina all’ingegneria aerospaziale, dalla genetica alle scienze economiche, il bilancio dello Stato mette a disposizione 160 miliardi, ovvero meno di tre milioni per docente ogni anno, cifra che diventa quasi nulla se si considerano anche le attività di ricerca di tutto quel personale universitario non strutturato ( dottorandi, assegnisti di ricerca, laureandi, etc…).

La mancanza di fondi in tale campo preoccupa soprattutto perché può avere come conseguenza quella di una didattica totalmente separata dalla ricerca, che non avrà altro esito se non quello di abbassare il livello qualitativo degli studi Universitari.

Da questo punto di vista è necessario anche prestare attenzione all’elevata età media dei docenti delle nostre Università. Il CNSU si sarebbe aspettato una serie di interventi strutturali in finanziaria per consentire l’ingresso nei ruoli della docenza Universitaria di giovani ricercatori che spesso, trovandosi in condizioni di precarietà lavorativa, sono costretti ad abbandonare il nostro Paese a favore di nazioni che investono molto di più sia in risorse materiali ( fondi per la ricerca ), che in risorse umane ( assunzioni di giovani ricercatori).

Alla luce delle considerazioni sopra esposte, il CNSU ritiene indispensabile ridefinire le voci riguardanti l’investimento per il sistema universitario.

 

Il segretario
f.to Paola Gironi

Il presidente
f.to Tommaso Agasisti