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DOCUMENTO DEL CNSU IN MERITO ALL’APPLICAZIONE DELLA RIFORMA UNIVERSITARIA


CONSIGLIO NAZIONALE STUDENTI UNIVERSITARI

Prot. n.149

Spedito il 22 novembre 2001

   

Mozione

Al Ministro

S E D E

OGGETTO: Documento del C.N.S.U. in merito all’applicazione della  riforma universitaria.

Adunanza del 16 novembre 2001

IL CONSIGLIO NAZIONALE STUDENTI UNIVERSITARI

Sentiti i Relatori;

APPROVA IL SEGUENTE DOCUMENTO:

Il CNSU si è impegnato, nel documento "Obiettivi e Strumenti 2001", a redigere un documento di giudizio tecnico e generale in merito all’applicazione della Riforma Universitaria all’interno degli Atenei. Questo vuole essere un primo approccio generale al problema, in cui sottolineare le principali questioni sorte in questi primi mesi. Sarà poi compito del Consiglio fare anche un documento più specifico ed analitico delle situazioni riscontrate nei singoli Atenei, sulla base dei Regolamenti Didattici e del rapporto con le rappresentanze studentesche locali.

Il primo e maggiore problema che viene riscontrato nelle Università è quello di una inadeguata modalità di fornire informazioni agli studenti. Tale aspetto sussiste su molteplici aspetti, che ora si cercherà di analizzare singolarmente.

Il Consiglio auspica una nota di indirizzo del Sig. Ministro che, nel rispetto dell'autonomia degli Atenei, possa indicare una serie di punti che dovrebbero essere esplicitati per rispondere alle esigenze di chiarezza poste dagli studenti. Ci si riferisce a vari aspetti, di seguito indicati:

Modalità di passaggio dal vecchio al nuovo sistema

La legge vigente non fissa un termine entro il quale gli studenti debbano passare dal vecchio al nuovo ordinamento: Il C.N.S.U. ritiene che il passaggio debba essere consentito in qualsiasi momento senza imporre un termine per lo stesso, anche perché vanno ancora definite alcune questioni importanti.  Si va da casi in cui nel passaggio si perdono esami e relativi crediti, a casi in cui con pochi esami ci si trova quasi laureati. Inoltre, non essendo state predisposte le lauree specialistiche, molti  studenti, che già pensano di proseguire con la laurea di secondo livello , non transitano perché incerti sul futuro. Infine, il Consiglio teme casi in cui non si conoscano ancora le modalità della conversione del vecchio percorso nel nuovo. Inoltre manca chiarezza e si auspica un impegno rapido nella ridefinizione della legge sul rinvio del servizio di leva per motivi di studio, sia  in generale, sia per chi passa al nuovo ordinamento dove va prevista un’equiparazione del valore degli esami in crediti.

Coesistenza del vecchio e del nuovo sistema

Nella quasi totalità dei casi, nelle Facoltà convivono laurea triennale e vecchia laurea.

Si assiste dunque al fenomeno per cui gli stessi corsi sono frequentati da studenti appartenenti a diversi ordinamenti, creando di fatto notevoli disagi per gli studenti iscritti al vecchio ordinamento, che per legge hanno diritto alla conclusione del loro percorso formativo. Il CNSU ritiene che sia importante, là dove possibile, mantenere corsi e programmi di insegnamento separati e modalità di verifica diversificate.

Soggetti coinvolti nei passaggi di ordinamento

Spesso chi dovrebbe essere addetto a fornire informazioni non è in grado di farlo, in parte per disinformazione, in parte per ritardi nelle decisioni da parte degli organi competenti. E’ necessario che ci siano appositi organismi  competenti in materia.

 Il C.N.S.U. ritiene pertanto opportuno creare commissioni ad hoc per la gestione del passaggio da vecchio a nuovo ordinamento; una sorta di commissione composta in maniera paritetica da docenti e studenti coadiuvati da personale tecnico amministrativo delle segreterie. Infatti uno dei principali problemi, che genera in molti casi confusione tra gli studenti, è la carenza di coordinamento tra i vari soggetti che informano gli studenti ed eseguono il lavoro di passaggio tra gli ordinamenti. In questo contesto va vigorosamente riconosciuto e  valorizzato, ove esistente, il fondamentale ruolo dell’associazionismo e delle rappresentanze studentesche, che sta svolgendo un insostituibile ruolo di supporto informativo.

Accesso al mondo delle professioni

In questo campo il CNSU si è già espresso per ben due volte in merito ai singoli Regolamenti. Tuttavia il Consiglio intende suggerire alcuni accorgimenti necessari affinché il lavoro svolto nel tentativo di un maggiore raccordo con il mondo professionale non sia vanificato. Anzitutto il CNSU chiede di conoscere lo stato della discussione in merito alla professione di Dottore Commercialista. Infatti, a fronte del costante aumento di iscritti ai corsi di laurea interessati a questo sbocco professionale nell’ambito della professione di dottore commercialista non c’è adeguata informazione. Il CNSU ritiene che sia assolutamente urgente chiudere questo problema e manifesta il suo interesse ad esprimere parere sull’accordo che verrà raggiunto tra Ministero ed Ordini competenti.

Per quello che riguarda invece la riforma dell’accesso alle altre professioni, già in corso di attuazione a seguito della loro pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il CNSU ritiene che il Ministero debba predisporre una massiccia campagna informativa per far conoscere agli studenti le opportunità di accesso alle professioni fornite dai nuovi titoli. L’obiettivo potrebbe essere raggiunto tramite depliant e guide da inviare agli Atenei, nonché tramite adeguata pubblicità sul sito del MIUR, sui siti degli Atenei, sui siti delle Rappresentanze Studentesche, ecc.

Il CNSU infine ritiene importante  chiarire in modo più diffuso quale sarà il valore dei nuovi titoli universitari e come questi andranno a collocarsi nell’insieme del sistema lavorativo, pubblico e privato.

In questo senso il CNSU propone di attivare due iniziative. La prima è incentivare in misura sempre maggiore gli Atenei e le Facoltà ad indicare in modo chiaro  gli sbocchi professionali possibili per ogni corso di laurea e la struttura dei corrispondenti percorsi formativi. La seconda è di attivare un tavolo di lavoro con rappresentanti delle più importanti realtà del mondo produttivo su scala nazionale, Ufficio Legislativo del Ministero, Consigliere del Ministro e Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari al fine di definire per ogni classe di laurea possibili figure professionali. Questo permetterebbe dunque di conciliare le esigenze del mondo del lavoro, di conoscere le potenzialità dei nuovi percorsi formativi e per gli studenti di conoscere preventivamente le esigenze del mondo del lavoro legate ai diversi Corsi di Studio. Una programmazione in tal senso rappresenterebbe, a giudizio del CNSU, una svolta sostanziale nelle modalità di interazione tra MIUR, mondo del lavoro e realtà studentesca.

Tasse Universitarie, attivazioni  e garanzie

Gli Atenei hanno nella maggior parte dei casi aumentato le tasse universitarie. Oltre a ciò si paventa il reale pericolo di una tassa ancora più onerosa  e differente per la laurea specialistica. Il CNSU ritiene che introdurre una differenziazione delle tasse per i diversi livelli formativi sia un errore perché  si introdurrebbe un criterio selettivo solo in base al reddito. La differenza tra primo e secondo livello di studio dovrà venire in base all’effettiva spendibilità dei titoli. Inoltre l’aumento effettivo e previsto non comporta automaticamente l’innalzamento dei servizi. Le tasse degli studenti non possono essere l’unica modalità di sostenere i maggiori oneri per i nuovi corsi previsti dalla riforma.

 Il CNSU ritiene che compito di finanziare i maggiori costi della Riforma sia anzitutto del Ministero, colmando un vuoto di destinazione delle risorse, storico in Italia, e delle Università tramite una gestione più attenta.

Si allega alla presente il parere espresso da questo Consiglio sulla legge finanziaria, ribadendo in particolare che è preoccupante l’ipotesi di diminuzione del F.F.O. che porterebbe ad un indebolimento economico degli atenei e ad un pericolo reale di aumento delle tasse.

Inoltre si teme la diminuzione del fondo per il Diritto allo Studio (che negli ultimi anni invece è stato sempre aumentato) che impedirebbe a decine di migliaia di giovani di proseguire gli studi.

Va inoltre specificato che oggi in Italia prende la borsa di studio uno studente iscritto su 12 mentre negli altri paesi europei la media è di una borsa ogni 3 studenti iscritti.

Infine c’è il problema dei C.U.S. (Comitati universitari sportivi) italiani. La finanziaria prevede ulteriori finanziamenti per la costruzione di nuovi impianti ma addirittura diminuisce i fondi per gestirli. E’ chiaro che questa non è una metodologia che possa essere al servizio del sistema universitario.

La richiesta del C.N.S.U., per concludere, è di aumentare i finanziamenti del F.F.O., del Fondo per il Diritto allo Studio e per la gestione degli impianti dei C.U.S.

Tutto ciò per rendere realmente possibile e funzionale la riforma universitaria.

Si sottolinea come sia assolutamente incomprensibile l’avvenuta proliferazione dei corsi, poiché spesso questi non hanno adeguata copertura finanziaria e  sono il frutto di ristrette esigenze di pochi docenti .

A tal proposito il CNSU propone di indicare una metodologia di garanzia per l’attivazione dei corsi, che si basi sull’effettiva copertura finanziaria e sull’impegno continuato di un numero congruo di docenti che si facciano  garanti per l’attivazione ed il funzionamento del corso per una durata non inferiore ai tre anni, oltre, naturalmente, ai già previsti adempimenti di legge (contatti con il territorio e con il mondo del lavoro, etc.).

Il CNSU ritiene inoltre che i regolamenti didattici delle singole università esplicitino le modalità di iscrizione alle LLS in maniera da superare i possibili inconvenienti per gli studenti che conseguono la laurea in sessioni lontane dall’inizio dell’anno accademico.

Contenuti dei Corsi e sostenibilità dei carichi didattici

Le caratteristiche dell’insegnamento universitario suggeriscono che l’obiettivo che un corso di laurea deve perseguire è duplice. Da un lato, fornire una preparazione culturale di alto livello, per quello che concerne le metodologie ed i contenuti; dall’altro, fornire una preparazione mirata alla formazione professionale dello studente. Per questo il CNSU ritiene assolutamente indispensabile che i corsi di laurea siano strutturati in modo da compensare queste due esigenze solo apparentemente contrapposte: fornire insegnamenti teorico – culturali insieme ad insegnamenti tecnico – professionalizzanti. Questa esigenza assume rilievo in particolare anche per quello che riguarda le lauree specialistiche. Le commissioni didattiche infatti hanno dato il loro contributo importante per cui il CNSU ritiene utile poter monitorare la loro esistenza e, quindi, poterle valorizzare  così come previsto già per legge e aumentarne le competenze oltre quelle assegnate. I compiti assegnati alle Commissioni Didattiche Paritetiche studenti – Docenti sono attribuiti dal D.M. 509/99 all’art.12 comma 3: " Le disposizioni dei regolamenti didattici dei corsi di studio concernenti la coerenza tra i crediti assegnati alle attività formative e gli specifici obiettivi formativi programmati sono deliberate dalle competenti strutture didattiche, previo parere favorevole di commissioni didattiche paritetiche o di altre analoghe strutture di rappresentanza studentesca. Qualora il parere non sia favorevole la deliberazione è assunta dal senato accademico. Il parere è reso entro trenta giorni dalla richiesta. Decorso inutilmente tale termine la deliberazione è adottata prescindendosi dal parere”,  e dalla legge 370/99 all’art.6, comma 5: " Gli statuti degli atenei disciplinano l'istituzione di commissioni per l'esame dei problemi relativi allo svolgimento delle attività didattiche presso le competenti strutture e composte pariteticamente da rappresentanti dei docenti e degli studenti. Le commissioni esprimono parere circa la compatibilità tra i crediti assegnati alle attività formative e gli obiettivi formativi programmati dalle strutture didattiche, ai sensi dei decreti che saranno emanati in attuazione dell'articolo 17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n. 127, e successive modificazioni."

Il ruolo delle commissioni in prospettiva sarà anche quello di verificare la reale attinenza tra crediti assegnati alle singole discipline, e  la loro reale sostenibilità in termini di lavoro dello studente.

Conoscenze linguistiche ed informatiche

La riforma prevede in modo obbligatorio l’acquisizione di conoscenze linguistiche ed informatiche. Gli Atenei stanno tentando di predisporre gli strumenti necessari affinché questo obiettivo possa essere reso effettivo. Da questo punto di vista il CNSU rileva due difficoltà concretamente riscontrate. La prima è quella della mancanza di personale universitario effettivamente idoneo a tali insegnamenti. Da qui nasce l’auspicio che le Università, in questa fase transitoria fino all’adeguamento delle strutture, siano incentivate dal Ministero a stilare accordi con le strutture presenti sul territorio che sono in grado di erogare questo servizio: Laboratori e Centri informatici e linguistici, Enti, Fondazioni, Strutture indipendenti. Tali accordi devono essere realizzati, ovviamente, avendo cura di raggiungere l’obiettivo finale. Il CNSU ritiene di dover specificare, tuttavia, che l’obiettivo è duplice, ovvero fornire un servizio al maggior numero di studenti possibile, ma anche e soprattutto fornire un servizio di qualità certificata. Si ricorda che, essendo tali corsi un obbligo di legge, le Università devono fornire il servizio nella modalità gratuita. Infine, il CNSU ritiene che siano da valorizzare le iniziative finalizzate a questi obiettivi previa procedura di accreditamento finalizzata alla certificazione di qualità. Su questi contenuti il Consiglio ritiene opportuno che vi sia un indirizzo chiaro da parte del Ministro, affinché le attività possano essere iniziate e portate ad un livello alto di efficienza quanto prima. Il CNSU propone al Ministero di istituire una attività di monitoraggio della situazione riguardante questo aspetto entro la fine dell’anno accademico.

Orientamento e tutorato

Attuare la riforma senza decidere definitivamente di potenziare questi aspetti significherebbe mancare di due elementi decisivi.

Il CNSU chiede dunque di poter conoscere i dati relativi alla attuazione delle attività di orientamento e tutorato presenti nei singoli Atenei. Infatti, il CNSU ritiene che queste attività siano spesso trascurate eccessivamente all’interno delle Università. Le proposte operative di possibile soluzione di questa situazione sono due. La prima è quella di creare un incentivo "ad hoc" sul riequilibrio per quelle Università che dimostrino di essere in grado e di offrire effettivamente un servizio di tutorato efficiente. Tale documentazione deve essere ovviamente comprovata da documentazione oggettiva. L’altra possibile soluzione potrebbe essere quella di coaffidare il servizio di tutorato anche agli  studenti ( singoli o associati) che dimostrino di poter svolgere attività affini e ritenute idonee. Esempi in questo senso ve ne sono già. Affidare questo servizio comporterebbe ovviamente che le Università debbano utilizzare parte dei fondi ad esso destinati per la retribuzione dei soggetti  di cui sopra. Il CNSU ritiene che sarebbe un segnale politico di grande importanza se il Ministero creasse un apposito fondo destinato esclusivamente a questo tipo di attività.

Per quello che riguarda l’orientamento, il CNSU ritiene che  l’impegno in questo ambito deve essere maggiore per le università, anche con periodici saloni per l’orientamento. Inoltre vanno ampliati i rapporti in questo settore con i Comuni e le Regioni  in cui le università si trovano. E’ indispensabile poi  un collegamento maggiore tra università e scuola superiore, con la possibilità di impiegare una parte del personale docente delle superiori per orientare i giovani nella scelta degli studi universitari (figura ancora poco presente, anche se prevista, negli atenei italiani).

 Peraltro, finanziamenti anche non eccessivi permetterebbero un incremento della quantità, e, si presume, anche della qualità delle iniziative di Orientamento.

Crediti Liberi

Il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari è già intervenuto su tale problematica, sottolineando il principio secondo il quale i crediti a disposizione degli studenti debbono essere considerati privi di vincoli ed aventi lo stesso valore dei crediti già assegnati ai settori scientifico-disciplinari (in particolare ci si riferisce ad ipotesi adottate da alcune università secondo cui i crediti a scelta dello studente non possono concorrere al computo della media per il voto di laurea). Tramite i suoi rappresentanti al CUN, il Consiglio si è fatto portavoce di queste istanze anche presso il CUN medesimo, che ha fatto proprio questo criterio nell’analisi dei Regolamenti Didattici d’Ateneo, facendo i rilievi dovuti. Il CNSU vuole precisare che la formula "privi di vincoli" è interpretata nella sua forma più estensiva. Ovvero, lo studente deve poter utilizzare questi crediti in tutte le attività formative (discipline) attivate nell’Ateneo, e nelle iniziative culturali, sociali, che siano realizzate da strutture preventivamente accreditate e che dimostrino una valenza didattica significativa preventivamente accertata e concordata con i competenti organi didattici di Facoltà e di Ateneo. Il CNSU ritiene peraltro che questa ultima possibilità paventata possa essere un esempio di impiego proficuo della autonomia degli Atenei.

Il segretario
f.to Paola Gironi

Il presidente
f.to Tommaso Agasisti