OGGETTO:
Parere sullo schema del DPCM Uniformità di trattamento
sul diritto agli studi universitari.
Adunanza del 17 e 18 gennaio 2001
IL
CONSIGLIO NAZIONALE STUDENTI UNIVERSITARI
Vista la lettera ministeriale (Dipartimento per
la Programmazione, il Coordinamento e gli Affari Economici - Servizio per lAutonomia
Universitaria e Studenti Uff. II) del 21.12.2000 n.6186, con la quale
è stato chiesto il parere sullo schema del DPCM indicato in oggetto;
Sentiti i Relatori;
ESPRIME ALLUMANIMITA
AL SIG. MINISTRO IL SEGUENTE PARERE
Negli ultimi anni diversi dati
tendono a delineare un continuo innalzamento della qualità e della quantità
degli investimenti per far fronte alle mutuanti necessità della popolazione
studentesca.
Nonostante i grossi passi avanti compiuti da Stato
e autonomie regionali nellambito dei servizi erogati alla popolazione
studentesca, la situazione attuale del diritto allo studio italiano presenta
però, ancora oggi, evidenti differenze rispetto agli standard europei.
Infatti, sebbene gli investimenti dello Stato
e delle regioni al fine dellerogazione delle borse di studio siano più
che raddoppiati rispetto al 1996 permettendo laumento dal 55% del 96
al 79% dellanno accademico scorso, della copertura delle graduatorie degli
idonei al conseguimento di borse di studio, nel panorama nazionale piuttosto
confortante spiccano però ancora regioni in cui il grado di copertura degli
idonei e gli investimenti regionali risultano del tutto insufficienti in un
contesto in cui, con lapplicazione della riforma universitaria, partirà
una vivace competizione tra atenei e quindi anche tra servizi offerti dagli
enti regionali.
In questo quadro si inserisce
la emanazione del D.P.C.M. in questione che, in sostanza, continua e completa
il processo riformatore avviato.
Laumento
delle risorse impegnate in questi ultimi anni, infatti, potrebbe rivelarsi poco
efficace se si dovesse risolvere in un mero intervento di tipo assistenziale;
il decreto in discussione è indirizzato verso limportante obbiettivo di
realizzare un reale sostegno per tutti gli studenti meritevoli se anche bisognosi.
A
riguardo del presente schema di decreto il CNSU esprime le seguenti considerazioni:
Per quanto concerne lassegnazione
delle borse di studio agli studenti che si iscrivono per la prima volta ad un
corso di laurea o laurea specialistica a ciclo unico, sarebbe opportuno compilare
le graduatorie anche in funzione di un criterio di merito.
Al solo criterio reddituale, si potrebbe affiancare per lassegnazione
delle borse di studio agli studenti iscritti al primo anno di corsi di laurea
specialistica organizzati su due cicli, il voto con cui si è conseguita la laurea
di primo livello; nel caso in cui questa ipotesi non fosse realizzabile, linserimento
del principio della revoca anche per le lauree specialistiche organizzate su
due cicli, utilizzando gli stessi criteri adottati per la revoca delle borse
di studio per gli studenti del primo livello, garantirebbe il sostegno per gli
studenti meritevoli che hanno intenzione di proseguire la propria carriera universitaria.
Tra gli scopi della riforma cè infatti quello di creare, attraverso le
lauree specialistiche, una figura altamente qualificata dal punto di vista professionale;
un intervento in termini di diritto allo studio in questo campo quindi non può
rischiare di penalizzare gli studenti più meritevoli.
Un criterio oggettivo per la revoca o meno della borsa di studio assegnata agli
studenti iscritti al primo anno può anche essere costituito dal recupero degli
eventuali debiti formativi con cui lo studente si è presentato; tale ipotesi
trova anche riscontro nella bozza di decreto stessa che utilizza tale criterio
per il mantenimento della borsa di studio al secondo anno.
La
conferma delle borse di studio, previo il soddisfacimento delle condizioni di
merito, senza la necessità di formulare ulteriori istanze, rappresenta senzaltro
una valida miglioria che consentirà uno snellimento complessivo della burocrazia.
Linserimento
di un bonus di cui poter usufruire durante la carriera universitaria
è una innovazione positiva che cautela da un certo punto di vista dalle spiacevoli
sorprese che lapplicazione della riforma universitaria potrebbe riservare
agli studenti in alcuni atenei italiani.
In particolare, considerato che la bozza
di decreto prevede come requisito di merito per il mantenimento della borsa
al terzo anno il conseguimento di 80 crediti contro i 25 necessari per il mantenimento
della borsa al secondo anno, sarebbe auspicabile un aumento del bonus relativo
al secondo anno da 10 a 13 crediti.
Per le lauree specialistiche,
nellottica di una applicazione flessibile del decreto, sarebbe opportuno
prevedere linserimento di un bonus di ulteriori 10 crediti, distribuiti
sul biennio. Allo stesso scopo, per un principio di equità, si ritiene opportuno
rendere fruibili ulteriori 10 crediti anche negli ultimi due anni delle lauree
specialistiche organizzate su un singolo ciclo.
Un attento monitoraggio sugli effettivi risultati in termini
di riduzione del tempo di laurea che lapplicazione della riforma porterà,
potrà permettere in futuro, un eventuale ritocco dei criteri di merito per il
mantenimento delle borse di studio. Inoltre, nellottica di garantire in
tutti i campi, e quindi anche in termini di diritto allo studio, il transitorio
per gli studenti iscritti prima dellentrata in vigore del D.M. 509/99,
la decisione di mantenere inalterate, rispetto al precedente DPCM del 30/4/97,
le condizioni di reddito e di merito necessarie per il conseguimento delle borse
di studio regionali, è sicuramente apprezzabile.
Lapplicazione del
decreto legislativo n°109 del 98 attribuisce alla condizione patrimoniale
un peso superiore rispetto al DPCM 30 /4/ 97. A tal proposito, quindi, onde
evitare la diminuzione del numero degli idonei, sarebbe auspicabile un ritocco
verso lalto dei limiti patrimoniali massimi per lidoneità al conseguimento
delle borse di studio. Comunque, la possibilità di opzione da parte di regioni
e università sulla percentuale con cui questo parametro influirà sullISE,
lascia a questi la responsabile valutazione di come la condizione patrimoniale,
in funzione delle singole situazioni locali, incide realmente sul reddito totale.
Il rischio più grosso sarà invece quello
che, con laumento dei contributi statali e con lapplicazione del
nuovo sistema di rendicontazione, il gettito totale delle tasse universitarie
possa aumentare considerevolmente a scapito degli studenti. Per questo motivo
le università italiane dovrebbero ricalcolare, già a partire dal prossimo anno
accademico, le fasce di reddito per il pagamento delle tasse e dei contributi
universitari onde evitare un ingiustificato aumento della contribuzione studentesca
oltre il limite del 20% dei trasferimenti statali come previsto dalla legge,
limite non rispettato da diversi Atenei italiani.
La condizione di studente indipendente viene vincolata alla residenza dello
stesso da almeno due anni in un appartamento non di appartenenza di un componente
del nucleo familiare e alla percezione di un reddito autonomo da almeno due
anni; questi vincoli che hanno come giusta motivazione quella di evitare sperequazioni
da parte di alcuni, eliminano di fatto la possibilità per uno studente che realmente
vive autonomamente, di essere considerato tale.
Sarebbe quindi auspicabile una
riduzione da due ad un anno dei tempi necessari per il rientro nella condizione
di studente indipendente, labbassamento da 8.000 fino a 6.500
euro della condizione reddituale e la considerazione specifica di casi particolari
documentati.
Lobbligo da
parte di università ed enti regionali di comunicare i dati relativi alle borse
di studio e agli esoneri dalle tasse universitarie al CNSU consentirà sicuramente
un valido strumento che permetterà un continuo e proficuo monitoraggio della
condizione nazionale del diritto allo studio evidenziando le realtà locali in
ritardo e quelle in cui il diritto allo studio è garantito realmente in
modo efficace. Sarebbe opportuno comunicare tali dati entro e non oltre la data
del 31 Dicembre di ogni anno.
Il CNSU ritiene opportuno che le regioni e le
province autonome riservino comunque una percentuale di posti per gli studenti
non appartenenti allunione europea ma di nazionalità italiana, laddove
presenti, nazionalità appositamente certificata dalle competenti autorità riconosciute
dal governo italiano, nonché consentano laccesso gratuito al servizio
di ristorazione ai soggetti di cui sopra in condizione di particolare disagio
economico opportunamente documentato.
Le università private, inoltre, dovrebbero adeguare
entro i prossimi due anni i propri statuti al fine di garantire democraticità
partecipativa per gli studenti allinterno degli Atenei al pari delle università
statali. A tal fine è auspicabile lapplicazione di un deterrente economico
per le università che non si adeguassero a tali principi senza peraltro intaccare
i fondi destinati al diritto allo studio che dovranno essere quindi svincolati
dagli altri finanziamenti.
Allart.9 comma 9 il CNSU ritiene debbano
essere specificati in modo più puntuale alcuni requisiti fondamentali del nuovo
importante servizio: pubblicità adeguata, luogo fisico riconoscibile e contratto
tipo per gli studenti.
Notoriamente, lerogazione di un qualsiasi
servizio è tanto più efficace e utile quanto più ad erogare gli stessi siano
i fruitori del servizio; per questo è importante porre in evidenza come università
ed enti regionali, per riqualificare la propria spesa ed innalzare la qualità
dei servizi, debbano valorizzare cooperative ed associazioni studentesche.
Il CNSU ritiene che il DPCM debba prevedere interventi
per il diritto allo studio per tutta la durata del periodo formativo e trova
molto positivo che siano state incluse nel testo novità significative per le
Scuole di Dottorato e di Specializzazione. Proprio in questottica si considera
necessario prevedere interventi che tutelino gli studenti che si iscriveranno
ai corsi di perfezionamento post-lauream atti al conseguimento di Master di
I e II livello.
Lindividuazione di chiari e precisi criteri per
il riparto del fondo nazionale per il diritto allo studio va giustamente nella
direzione di incentivare gli enti regionali ad impegnare proprie risorse per
lerogazione delle borse di studio.
I criteri individuati potranno
essere sicuramente uno sprone per quelle regioni che fino ad ora poco hanno
fatto per sostenere autonomamente la condizione studentesca.
Per consentire che i dettati previsti
allart.16 portino realmente alla valorizzazione delle regioni più adempienti,
sarebbe opportuno portare il limite previsto dal comma 7 dall80% al 60
%.
Laumento
dellimporto delle borse di studio sicuramente va nellottica di un
reale sostegno per gli studenti; di notevole validità è inoltre la possibilità
per gli studenti fuorisede vincitori di borse di studio, di optare tra lerogazione
dei servizi e la monetizzazione delle borse di studio considerando positivamente
la possibilità di opzione tra i due pasti giornalieri e lerogazione di
un pasto giornaliero con un conguaglio economico che andrebbe incontro alle
nuove esigenze degli studenti, limitando le consuete difficoltà di usufruire
di entrambi i pasti giornalieri e garantirebbe, anche se in maniera ridotta,
la libertà di ogni studente di decidere dove e come utilizzare la propria borsa
di studio. Sarebbe comunque auspicabile prevedere lopzione da parte degli
studenti tra un solo pasto giornaliero con un conguaglio economico di 600 euro
e la possibilità di rinunciare al servizio di ristorazione con un contributo
di 1200 euro. Sarebbe inoltre auspicabile perseguire lobbiettivo prioritario
di innalzare il livello qualitativo del servizio ristorativo erogato dalle mense.
Inoltre è di notevole valore la possibilità, per
i fuorisede, al contrario di quanto accadeva precedentemente, di disporre comunque,
se pur in minima parte, di una quota monetizzata della borsa, non solo
costituita dunque da servizi, anche per gli studenti che hanno lindicatore
ISE compreso tra i due terzi del tetto massimo stabilito e lo stesso.
A riguardo
dellart.8 comma 4, si ritiene che le università non debbano richiedere
alcun diritto fisso agli studenti che abbiano sospeso la loro carriera universitaria
per un anno per svolgere il servizio militare o civile, alle studentesse per
lanno di nascita di ciascun figlio e agli studenti che sono costretti
ad interrompere gli studi a causa di infermità gravi e prolungate debitamente
certificate.
Lincentivazione
della mobilità studentesca è un punto fondamentale di una qualsiasi politica
universitaria che voglia realmente formare studenti preparati scientificamente,
culturalmente e umanamente; per questo, lattivazione di una integrazione
delle borse di studio per gli studenti che partecipano a programmi di mobilità
internazionale di qualsiasi natura, non può che andare verso questa importante
direzione considerata anche la scarsità delle risorse che lUnione Europea
e le singole università investono in questo campo. Sarebbe comunque opportuno
estendere la possibilità di rimborso delle spese di viaggio di andata e ritorno
anche per le destinazioni europee.
Con
le considerazioni sopra esposte, il CNSU esprime parere favorevole sullo schema
del DPCM in esame.
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