In primo luogo
occorre rilevare come la definizione di tale schema di decreto sia da
considerarsi un segnale forte dell’avanzamento di un processo
riformatore, che oramai volge al termine. Infatti ad oggi mancano
pochi - ma fondamentali- elementi per completare in modo definitivo la
nuova architettura degli studi. Il riferimento è evidentemente alle
classi delle lauree e lauree specialistiche nell’ambito sanitario e
ai decreti che regolamentano gli sbocchi professionali previsti per i
nuovi titoli. Su tali materie il Consiglio Nazionale degli Studenti
Universitari attende quindi di potersi esprimere in tempi brevi.
Trattando nello specifico
dello schema di decreto in esame, la finalità dei provvedimenti
contenuta nell’art.2 comma 1) non può che essere condivisa: è
infatti opportuno che gli ufficiali delle Forze Armate e delle Guardia
di Finanza abbiano una preparazione universitaria, conseguita
nell’ambito di un percorso formativo specificamente finalizzato e
qualificante. In tal senso è condivisibile l’innalzamento del
livello qualitativo di tali ambiti professionali; il tentativo di
creare classi di laurea e laurea specialistica in questi ambiti deve
essere, secondo il C.N.S.U., inteso in questa direzione. Proprio per
questo motivo il fattore discriminante di tale processo sarà senza
dubbio l’abilità dei singoli Atenei di saper applicare in modo
efficace questa riforma del settore. Una applicazione che non porti ad
un reale cambiamento in positivo della preparazione degli ufficiali
sarebbe veramente un fallimento di tale innovazione.
Allo stesso modo, occorrerà
vigilare sulle modalità concrete di convenzione tra Università ed
Accademie ed Istituti militari di istruzione, previste ed esplicitate
nell’art.2 commi 2 e 3. Tali convenzioni devono essere l’occasione
per poter ampliare l’offerta formativa, in un clima di
collaborazione virtuosa tra diverse istituzioni. Queste nuove classi,
che si aggiungono al panorama delle precedenti sono nello stesso tempo
un test ed una sfida per le università, che in piena autonomia con
questa nuova classe delle lauree nelle scienze della difesa e della
sicurezza, dovranno mostrarsi capaci di interpretare in modo
originale e concreto specifiche esigenze formative e nello stesso
tempo sapersi relazionare in modo efficace con strutture esterne
all'università (in primo luogo il Ministero della Difesa). Lo schema
di decreto appare in sintonia col d.m. 509 e presenta aperture
interessanti , sia ipotizzando la partecipazione ai corsi per studenti
non militari, sia predisponendo l'eventuale attribuzione di appositi
crediti formativi universitari per specifiche attività di tipo
tecnico professionale (art.2). Il C.N.S.U. rileva anche positivamente
l'opportunità manifestata nel decreto di mutuare insegnamenti
specifici dalle Accademie Militari ampliando e specializzando in modo
non settoriale l'offerta formativa.
Va apprezzata inoltre
all'art. 8 l'attezione che viene posta sulla gestione del transitorio.
Con preciso riferimento ai
singoli obiettivi formativi contenuti negli schemi dei decreti sia
delle lauree che delle lauree specialistiche, è certamente da
evidenziare, ancora una volta, la loro ampiezza e varietà, che
segnalano ancor più marcatamente l’intento formativo tipicamente
universitario. Ciò sottende l’idea certamente giusta che la base di
ogni professione di carattere tecnicamente elevato è una base
culturale il più possibile ampia e solida, mirata contestualmente ad
un indirizzo comunque fortemente professionalizzante, come d’altra
parte necessario in tutto il momento riformatore. È di certo
da apprezzare lo sforzo fatto di concerto dal Ministero della difesa a
da quello dell'università e della ricerca nel definire gli obbiettivi
qualificanti di questa nuova classe. Dando una lettura decisamente
attuale degli obbiettivi e delle funzioni delle Forze Armate e della
Guardia di Finanza, questa classe ha come obiettivo formativo
qualificante quello di formare professionisti, militari o civili
dotati della preparazione culturale e dell'addestramento
teorico-pratico adeguato per assolvere a incarichi di comando, di
gestione e di coordinamento (amministrativo, logistico e tecnico )
anche rispetto ad obiettivi non specificatamente militari. La varietà
delle discipline previste in queste classi impone da parte delle
università un serio lavoro per non squalificare con insegnamenti
approssimativi gli obiettivi formativi magari proponendo anche
possibili curricula che individuino, soprattutto per la laurea
specialistica, ambiti specifici di studio e di ricerca contribuendo ad
una formazione critica e così originalmente interdisciplinare.
In definitiva il C.N.S.U.
esprime parere favorevole ribadendo però, ancora una volta che il
momento più importante e delicato debba essere quello
dell’applicazione concreta negli atenei in armonia coi principi
ispiratori della riforma.