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Parere n.ro 9 - 2001

PARERE SULLO SCHEMA DEI DECRETI RECANTI

"Determinazione delle classi delle lauree e delle lauree specialistiche universitarie

delle professioni sanitarie"




CONSIGLIO NAZIONALE STUDENTI UNIVERSITARI

Prot. n.11

 

Parere Generale N. 9     

Spedito il  08/02/2001     

All’On. Ministro

S E D E

 

OGGETTO : Parere sullo schema dei decreti recanti : " Determinazione delle classi delle lauree e delle lauree specialistiche universitarie delle professioni sanitarie"

Adunanza del 6 Febbraio 2001

IL CONSIGLIO NAZIONALE STUDENTI UNIVERSITARI

            Viste le note dell’On.le Ministro prot. ACG/DM/75/2001, in data 19.01.2001, del Sottosegretario prof. Luciano Guerzoni prot. n. 5067 del 31.01.2001 e
prot. 5075/SG del 31.01.2001, con le quali è stato chiesto il parere sullo schema dei decreti ministeriali relativi alla determinazione delle classi delle lauree e delle lauree specialistiche delle professioni sanitarie;

Sentiti i Relatori;

ESPRIME ALL’UNANIMITA’ AL SIG. MINISTRO IL SEGUENTE PARERE:

            Il C.N.S.U. vuole segnalare un deciso apprezzamento per lo sforzo fatto dal MURST di concerto col Ministero della Sanità nell’emanazione dei decreti riguardanti le classi di laurea e di laurea specialistica dell’area sanitaria che porta finalmente a termine il processo di riforma del sistema universitario nazionale. A tal proposito auspica che l’attivazione dei corsi avvenga con l’anno accademico 2001/2002 in modo da poter allineare anche queste classi all’intero quadro della riforma.

            Entrando nello specifico degli schemi dei decreti in esame, il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari ritiene di dover formulare alcune osservazioni.

            In primo luogo il C.N.S.U. vuole sottolineare con soddisfazione, in considerazione della priorità attribuita dal piano sanitario nazionale alla tutela della salute, la trasformazione in Lauree dei Diplomi Universitari dell’area sanitaria presenti nel panorama nazionale; questa operazione va nell’ottica di migliorare e valorizzare percorsi formativi fondamentali, a carattere fortemente professionalizzante che in maniera unica hanno saputo rispondere a precise necessità di formazione di figure atte a sopperire i bisogni di salute del singolo e della collettività.

            Come già ribadito in altri pareri resi da quest’organo, la riuscita di tale operazione sarà fortemente condizionata, come previsto dal D.M. 509/99, dall’autonomia dei singoli atenei che, per la specificità delle discipline in questione, dovranno proficuamente attingere competenze sia dal mondo universitario che da quello ospedaliero.

            Il C.N.S.U. ritiene che vi debba essere una più attenta politica di collaborazione tra il Servizio Sanitario Nazionale, le Regioni, le Università e le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere al fine di una più razionale ed equa ripartizione delle competenze formative e delle risorse per l’attivazione dei corsi specificati dal D.M. in oggetto.

            I corsi di laurea, infatti, devono avere l’obiettivo di assicurare allo studente un’adeguata padronanza di metodi e contenuti scientifici generali, nonché l’acquisizione di specifiche conoscenze professionali in relazione alle figure identificate dai profili.

            E’ inevitabile però rilevare l’abuso da parte del Ministero della Sanità dell’articolo 6 comma 3 del Decreto legislativo 502/92 che attribuisce allo stesso la facoltà di istituire i profili professionali. L’attuazione troppo estensiva di questa norma ha prodotto sino ad ora la definizione di ben ventuno profili professionali.

            Se in alcuni casi, come nelle scienze infermieristiche, è opportuno prevedere dopo la Laurea anche un titolo con più ampi sbocchi professionali e con conoscenze più approfondite come la Laurea Specialistica, come già succede in molti altri paesi stranieri, bisogna comunque preservare la proficua esperienza dei diplomi universitari che sono stati capaci di formare figure professionali già in tre anni; appare quindi azzardata la molteplice creazione di lauree specialistiche per ogni profilo.

            Per questo motivo il CNSU intende segnalare che alcune situazioni potrebbero essere risolte con l’attivazione di specifici Master di primo livello successivi alle Lauree, in conformità a quanto previsto dall’articolo 3 comma 8 del D.M. del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e tecnologica n. 509/99. Sembra opportuno sottolineare che questi dovrebbero essere individuati con apposito D.M. del MURST di concerto con il Ministero della Sanità, al fine di attivare solo corsi per i profili dei quali vi sia una reale necessità nel Paese.

            Si ritiene opportuno che la programmazione degli accessi ai corsi di laurea, in applicazione delle normative comunitarie, venga fatta in modo attento, al fine di sopperire le sempre maggiori esigenze di figure professionali dell’area sanitaria, tecnica, della riabilitazione e della prevenzione, come individuate dalla L. 251/2000, stabilendo le opportune priorità di attivazione dei corsi.

            Il CNSU ritiene inoltre che debba essere modificato l’articolo 5 comma 2, laddove si attribuiscono ben 30 ore per Credito formativo universitario (CFU), relativamente alla classe 1, per la formazione infermieristica ed ostetrica. Se tale assegnazione è giustificata, in attuazione della Direttiva 80/154/CEE sulla formazione delle ostetriche che prevede 5400 ore, tirocinio clinico compreso, non lo è per la formazione dell’Infermiere. L’accordo europeo sull’istruzione e sulla formazione dell’infermiere adottato a Strasburgo il 25 ottobre 1967 e ratificato dall’Italia con la Legge 795/1973, al Capitolo III prevede che il numero delle ore sia di 4600; si consiglia pertanto di definire in 26 ore il CFU per l’infermieristica, tirocinio clinico compreso.

            Si auspica anche che nel processo formativo di tirocinio clinico sia valorizzata la fase di apprendimento, evitando l’uso strumentale alla struttura del tirocinante.

            Il CNSU vorrebbe inoltre sottolineare, in merito all’articolo 6 comma 2 lettera b, l’opportunità di prevedere tre sessioni di prova finale anziché due.

            Entrando nel merito dei decreti allegati in oggetto, all’interno della sezione individuante gli obiettivi qualificanti, si ritiene che debba essere valorizzata la caratteristica formativa del titolo universitario in quanto tale, pur mantenendo il valore abilitante l’esercizio della professione dello stesso.

            E’ auspicabile che al fine dell’esercizio delle professioni sanitarie il Governo riorganizzi il sistema degli ordini e dei collegi, raggruppando i vari professionisti per classe di laurea per poi definire diversi albi, specifici per ogni professione, all’interno dello stesso ordine.

            Con le considerazioni sopra esposte il CNSU esprime parere favorevole in merito agli schemi dei decreti delle classi di laurea e di laurea specialistica di cui all’oggetto.

                                                                                                                          

IL SEGRETARIO
f.to Paola Gironi
IL PRESIDENTE
f.to Tommaso Agasisti