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Articolo - 29 ottobre 2001 - "Il Sole 24 ore"

Tasse più alte solo per nuovi servizi

Anche quest'anno molti studenti universitari verificheranno che le tasse sono nuovamente aumentate. Di poco o di molto, infatti, parecchie università hanno deciso, alla fine dello scorso anno accademico, di procedere al loro innalzamento. Quali le ragioni? Le più disparate. Coperture di capitoli di bilancio rimasti scoperti dagli anni precedenti, potenziamento di alcuni interventi, e così via. Ma certamente quest'anno la ragione dominante è l'applicazione della riforma universitaria. I rettori hanno spiegato ai consigli di amministrazione e ai senati accademici che per raggiungere questo obiettivo occorrerà aumentare la quantità e qualità dei servizi resi agli studenti: infatti, l'attuazione della riforma prevista dal decreto 509/99 è stata pensata senza finanziamenti aggiuntivi da parte dello Stato. Tuttavia, i contributi degli studenti non possono essere il modo attraverso cui gli atenei tappano i loro buchi e pagano i costi della riforma. Non si può pensare che la contribuzione studentesca diventi la loro prima fonte di finanziamento. Inoltre, non si possono subire aumenti generici e ingiustificati delle tasse. Vale a dire: gli studenti devono conoscere quali nuovi servizi vengono pagati con gli aumenti dei loro contributi. Solo così si potrà instaurare un rapporto di fiducia tra l'università e i suoi "protagonisti" che sono, fino a prova contraria, soprattutto gli studenti. Gli atenei dovrebbero insomma dichiarare come utilizzano i soldi che prelevano agli studenti, per consentire a questi ultimi di verificare, poi, l'effettiva realizzazione di nuove opere e servizi. Sarebbe molto importante che ministero e Conferenza dei rettori facessero proprio il principio secondo cui le tasse sono legate a opere e servizi. Sotto questo profilo, il recente provvedimento del Consiglio dei ministri sulla contribuzione studentesca è necessario, poiché conferma un tetto massimo percentuale (il 20% del fondo per il finanziamento ordinario degli atenei), ma non è ancora sufficiente a garantire una gestione chiara e ragionevole di tale contribuzione. Il provvedimento servirà a regolarizzare le situazioni anomale esistenti: in alcuni atenei il rapporto tra tasse degli studenti e trasferimenti statali è infatti ancora superiore al limite del 20 per cento. Infine, occorre dare una soluzione al problema del finanziamento della riforma. Si spera che il ministro dell'Istruzione si adoperi affinché nella Finanziaria siano incrementati i fondi per l'università a oggi ancora insufficienti. Investire sulla ricerca, sulla didattica e sulla formazione universitaria è investire sul futuro del nostro Paese. D'altra parte, oltre all'applicazione della riforma, molti sono gli aspetti da potenziare in materia di università: ad esempio il diritto allo studio (alloggi, borse di studio e così via), il problema della mobilità studentesca nazionale e internazionale, la valorizzazione delle associazioni studentesche, l'incentivazione alla ricerca dei laureati più promettenti.

Tommaso Agasisti
Presidente del Consiglio nazionale degli studenti universitari