CONVEGNO “CampusOne Università al Lavoro”
Tavola rotonda, 10 aprile 2002
Intervento di Tommaso Agasisti,
Presidente del Consiglio Nazionale degli studenti universitari
"Vorremmo adesso sentire l'opinione degli studenti con Tommaso Agasisti
che è il Presidente del Consiglio Nazionale degli studenti universitari.
Intanto vorremmo sapere se l'aumento delle iscrizioni a suo avviso
conferma che questa riforma è stata ben recepita dalle famiglie e dagli
studenti e che impatto dal vostro punto di vista ha avuto questo
cambiamento in questi mesi."
Agasisti
"Io credo che l'aumento del numero delle iscrizioni sia un dato importante
e significativo. Si può interpretare così: come fiducia delle famiglie dei
ragazzi verso un nuovo percorso, un nuovo modo di fare l'università che ha
come caratteristiche principali, più immediatamente intellegibili, la
possibilità di conseguire un titolo di laurea in minor tempo e la
"promessa" di una migliore immissione nel mondo del lavoro.
E' stato dunque un recepimento della riforma positivo.
L'attenzione la vorrei porre sul fatto che questo è un dato iniziale. Le
iscrizioni, infatti, si fanno all'inizio dell'anno accademico. Vorrei
provare ad illustrare come gli studenti stanno recependo in questi primi
mesi di applicazione invece la rispondenza alle aspettative. Il clima che
si è respirato in questi primi mesi è stato sotto certi punti di vista
determinato sia dalla curiosità verso un nuovo percorso che dalla
confusione.
Ovviamente è normale che in un momento di transizione e
di cambiamento così radicale si sia avvertito questo senso non dico di
smarrimento ma di scarsa informazione su come sta realmente cambiando
l'università. Penso di essere d'accordo con quel 90% di docenti di cui si
parlava prima nel sondaggio: c'è ancora molto da fare, non è una riforma
conclusa.
Io spero che le università oltre alla soddisfazione per
il dato degli iscritti avvertano anche il senso di responsabilità che
avranno di aver accolto molti più studenti nel sistema, a cui devono dare
risposte. Gli studenti da questo punto di vista non sono solo numeri,
hanno delle esigenze e hanno bisogno di risposte. In particolare in questo
momento gli studenti hanno bisogno di certezze sul biennio specialistico.
Siamo ad aprile ed è ora che si dica qualcosa agli studenti su cosa
succederà. Anche perché, come sappiamo tutti, in estate ci saranno i primi
laureati triennali. A questi occorrerà dare delle risposte.
Il CNSU a fronte della prima applicazione della riforma
ha fatto delle proposte che vorrei sintetizzare molto brevemente. Penso
che sarebbe interessante provare ad applicare queste proposte o parte di
queste proposte anche al progetto Campusone. Ovviamente queste proposte le
abbiamo sottoposte anche al ministro. La prima proposta è quella dei
cosiddetti percorsi ad Y, cioè la possibilità di differenziare all'interno
del triennio i percorsi per chi ad un certo punto sceglie di continuare il
proprio percorso universitario nel biennio specialistico oppure per chi
intende fermarsi.
Questo permetterebbe di strutturare i percorsi
rispondendo alle diverse esigenze degli studenti, esigenze che possono
essere o di un maggiore impulso professionalizzante per entrare subito nel
mondo del lavoro o di proseguire invece verso un altro stadio del percorso
universitario. Abbiamo poi proposto di calibrare alla nuova durata, cioè
al triennio, il numero degli esami e il numero degli appelli. Infatti a
fronte di un generale aumento del numero degli esami, anche se non in
tutti i casi devo dire, all'interno dei corsi di studio non si è
registrato un conseguente aumento del numero di appelli, della possibilità
di sostenere esami.
Il grande rischio che intravedo è che in questo modo si
creino studenti fuori corso già dai primi anni se non riescono a sostenere
il percorso, che a volte comporta anche 5 o 6 esami a semestre. Un'altra
proposta che abbiamo fatto è quella di favorire e potenziare i percorsi di
studio individuale degli studenti aumentando il numero dei libri a
disposizione. Questo permetterebbe anche agli studenti di coinvolgersi
maggiormente nel proprio percorso didattico. Così come la pratica della
valutazione della didattica da parte degli studenti, che ad oggi si svolge
tramite appositi test con i quali si dà una sorta di "giudizio"
sull'insegnamento e sulla qualità della didattica che si riceve da parte
del singolo docente.
Io penso che su questi aspetti e su queste proposte noi
andremo avanti, e penso che sia importante che in questa fase in cui
veramente gli studenti hanno bisogno di capire come questa riforma
proceda, occorra dare elementi di chiarezza da subito. La sfida che fin
dall'inizio doveva essere raccolta dalle università con questa riforma è
quella di far coesistere all'interno già dei percorsi triennali
insegnamenti più culturali di valore scientifico, di metodo, con
insegnamenti professionalizzanti tecnici operativi. Non tutti hanno
raccolto questa sfida. Ora siamo in un momento in cui bisogna pensare al
biennio specialistico. Questo ripensamento va fatto subito e va fatto
provando a ripensare i percorsi in quest'ottica, cioè fornendo allo
studente una preparazione professionalizzante ma senza rinunciare a quell'alto
profilo culturale che contraddistingue il nostro laureato.
Il Ministero ci deve dare indicazioni chiare e garanzie
sul fatto che non si sta tornando indietro su questo percorso, perché
siamo ad aprile e tra due mesi ci saranno i primi laureati. Gli atenei
devono ripensare i propri percorsi, ripensarli anche alla luce di tutto il
sistema per cui non solo nell'ottica di un triennio ma nell'ottica di un
triennio più una laurea specialistica con possibilità di master di primo e
di secondo livello. E quindi come un sistema complesso in cui lo studente
all'inizio e durante il proprio percorso può fare scelte consapevoli.
In tutto questo processo che si gioca in una fase
veramente delicata come quella attuale, noi studenti ci siamo, il
Consiglio nazionale studenti universitari lavora da tempo attorno a questi
temi, nei singoli atenei esistono le commissioni didattiche paritetiche,
esistono i rappresentanti degli studenti che spesso operano in modo
veramente significativo.
Ci sono le condizioni per aprire un vero dialogo tra
studenti, docenti, rettori e tutti i soggetti interessati al nostro
sistema universitario.
La prossima settimana ci sarà il primo momento di
lavoro nazionale tra noi come rappresentanti nazionali degli studenti e i
rappresentanti degli studenti degli atenei. Spero che questa iniziativa e
il dialogo che si apre abbia uno sguardo positivo verso gli studenti,
perché penso che solo da una collaborazione vera in questa fase di
riprogettazione del nostro sistema possano derivare effetti positivi per
la nostra università."
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