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INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DEL MOLISE

Campobasso, 16 Gennaio 2002

Intervento di Tommaso Agasisti,
Presidente del Consiglio Nazionale Studenti Universitari

Innanzitutto vorrei ringraziare il Magnifico Rettore prof. Cannata, per l’invito rivoltomi, che nasce non solo da un reciproco rispetto istituzionale, ma anche e soprattutto da un confronto e da un rapporto personale veramente interessante.

Vorrei rivolgere poi un saluto alle autorità civili, religiose e politiche intervenute, al CdA e al senato Accademico di quest’Ateneo, e tutti gli intervenuti, in particolare gli studenti.

In questa particolare fase storica della nostra Università, in cui vi è la forte necessità di assumere decisioni precise, occorre a mio avviso prendere le mosse da un punto di partenza originale. Quello che io ritengo essere un punto di partenza originale non è l’invenzione di cose nuove. Occorre semplicemente rimettere al centro gli studenti, ascoltare le nostre esigenze e le nostre proposte, lasciarci lo spazio di agire e costruire dentro l’Università, valorizzando i nostri tentativi laddove essi sono costruttivi.

Piuttosto che teneri discorsi generali, vorrei dunque porre l’attenzione su alcune problematiche specifiche, sulle quali il lavoro del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari ed il mio impegno personale si sono concentrati nelle ultime settimane.

1.     DIRITTO ALLO STUDIO: qui il problema è sconfinato, si potrebbe declinare secondo molteplici punti di vista: il problema abitativo, quello ristorativo, ecc, aspetti di cui già il Rettore ha parlato, e per i quali occorre che si apra quanto prima un confronto serrato, a livello nazionale, per trovare le soluzioni più idonee e migliorare gli attuali assetti. Io vorrei concentrarmi sostanzialmente su un aspetto che ritengo prioritario, quello delle borse di studio. Chi le finanzia? Attualmente la proporzione sul dato nazionale è 41,2% derivante dalle tasse degli studenti, 27% dalle Regioni 32% dal Fondo Nazionale. Servono più soldi da parte dello Stato e delle Regioni, per incrementare il numero di beneficiari del servizio, per non lasciare parte degli studenti idonei senza borse; questi obiettivi non si possono raggiungere chiedendo ulteriori sforzi finanziari agli studenti!

1.     VALUTAZIONE DELLA DIDATTICA: quest’aspetto, che già il CNSU ha segnalato al Comitato Nazionale di Valutazione e alla Conferenza dei Rettori e allo stesso Ministro ha un significato enorme ed un’importanza capitale. Riconoscere definitivamente che gli studenti possono esprimere giudizi validi sulla qualità della didattica significa valorizzare il ruolo degli studenti da una parte, e creare un incentivo per i docenti per migliorarsi, impegnarsi ancora maggiormente. Ma per fare questo è necessario collegare interventi concreti ai risultati dei questionari. Ad oggi, lo studente esprime la sua valutazione sulla didattica, ma poi non vede concretarsi provvedimenti conseguenti, non vede il suo come contributo costruttivo. Certo, lo strumento dei questionari può essere perfezionato, completamente rivisto, migliorato e verificato. Non escluderei neppure la possibilità di trovare forma alternativa e parallele ai questionari. Ma non si può rinunciare al principio di avere una così importante forma partecipativa degli studenti alla vita universitaria!

2.     RIFORMA UNIVERSITARIA: il CNSU ha ricevuto a settembre l’invito del Ministro a monitorare l’applicazione della riforma, ed eventualmente suggerire interventi correttivi. Su quest’aspetto il lavoro del CNSU è intenso. A Novembre è stato redatto un documento di cui vorrei ricordare, come possibile utile contributo, alcuni aspetti decisivi.

·        Necessità di maggiori informazioni

·        Informazione agli studenti da parte dei Rettori, sui piani di studio e sugli sbocchi professionali;

·        Necessità di attivare iniziative adeguate su orientamento e tutorato; su questo, peraltro, il CNSU sta svolgendo un intenso dialogo con CUN e CRUI.

·        Porre attenzione sulla formazione linguistica e informatica.

Inoltre, al di là di questa breve panoramica, vorrei soffermarmi su una riflessione personale che mi sta impegnando in merito ad un fenomeno che sto studiando. Esso riguarda i contenuti dei nuovi programmi d’esame. Se il tempo, le ore a disposizione per i corsi e lo studio personale sono sempre meno, mi chiedo se sia più opportuno concentrare i programmi, ridurli – mutilandoli -, oppure fare scelte didattiche precise, mirate a trasmettere agli studenti un metodo di studio universitario, ovvero alto e qualificato, contrario per sua stessa natura al nozionismo. A noi studenti non interessa il nozionismo. Noi siamo disposti a dare tempo ed energie agli studi, è il nostro compito e la nostra responsabilità. Non siamo invece disposti a rimanere incatenati in un circuito nozionistico legato alla catena lezioni – studio – compitini. Mi piacerebbe studiare possibili forme di soluzione a questo problema che, vi assicuro, è realmente avvertito specialmente dai nuovi immatricolati.

3.     ASSOCIAZIONISMO STUDENTESCO: chiudo su quest’ultimo aspetto su cui si è trovata una certa consonanza di intenti con il ministero. Abbiamo inserito, non senza fatica, un emendamento che valorizza l’attività delle associazioni e cooperative studentesche nel disegno di legge 761 ora in discussione al Senato della Repubblica. Un riconoscimento legislativo a livello nazionale sarebbe un risultato culturalmente enorme: rappresenterebbe infatti una dichiarazione definitiva di idoneità degli studenti di svolgere attività di servizio e mutualità dentro le Università, insieme alle Università. Tuttavia è necessario che questo richiamo sia recepito e sentito con partecipazione dai Rettori, dai Presidi e dai docenti dei nostri Atenei. Da questi soggetti infatti dipende la concreta possibilità per le associazioni e cooperative esistenti di operare in un clima sereno, costruttivo, di collaborazione.

Mi auguro che i brevi spunti di discussione ora proposti possano risultare utili nella definizione di un programma organico per agire sul settore universitario nei prossimi mesi. In questo, noi studenti siamo impegnati a collaborare con i Rettori, i docenti, il personale amministrativo, per proporre soluzioni alle nostre difficoltà. Io spero, e credo, che sin dalle prossime settimane saremo coinvolti, assieme, nell’arduo ma fondamentale lavoro di affronto delle problematiche legate al nuovo assetto universitario, ascoltando noi studenti.

Perché, mi permetto di ricordarlo, senza studenti non esisterebbe l’Università.

Grazie.